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Francesco Vaglica ha poco più di venticinque anni. A guardare i suoi quadri si direbbe pero che egli abbia dietro le spalle un tirocinio assai più lungo, un'esperienza acquisita nel corso di un esercizio assai più fitto di prove e di ricerche. E ciò non solo per le doti tecniche della sua pittura, che sono indubbiamente consumatissime, ma per 1'insolita capacità d'assimilazione culturale che egli rivela nell'impostare e risolvere le sue immagini, per la sintesi sicura di linguaggi diversi che ingloba le più varie espressioni plastiche.Il fascino vero della pittura di Vaglica sta proprio nel suo esitare tra una concezione della pittura come puro fatto mentale a tendenze solo astrattive, e il suo ostinato restare sul crinale della realtà: nel suo distruggere, voglio dire, la qualità oggettuale delle cose, rendendole senza peso, inapprendibili e sfuggenti, ma operare in pari tempo a che restino allusive, filamenti di una realtà osservata in trasparenza.La pittura di Vaglica è fatta di colori variabili, quieti e proibitivi, che evidenziano una figurazione-astrazione che progredisce a11'interno dei colori stessi e che' qualificano la superficie della tela come luogo dell'agire.Il colore è l'agente organizzatore del quadro, Vaglica regola arbitrariamente la disposizione dei piani e delle masse, suggerisce lo spazio, 1'esaltazione della luce.E' il cuore stesso dell'opera e ne racchiude il mistero.Le sue neoforme psicologicamente inquietanti, si diramano nei colori nei quali operano per incessanti metamorfosi.Lo spazio segnalato individua momenti di concreta sensualità, di volontà di liberazione, di consapevolezza di una ricerca che ondeggia tra momento fantastico e fenomeno in evoluzione.C'è qualcosa d’infinito nelle sue opere, e qualcosa che sfugge all'analisi come la verità ultima della vita.Qualcosa di spontaneo, che viene da1 profondo, e qualcosa di vivamente intellettuale.Non troverete mai una soluzione di ripiego nei quadri di Vaglica, mai un mediocre espediente.C'è sempre un'altezza nella sua fantasia, che e difficile riscontrare in altri esempi.Lo sviluppo cronologico del suo itinerario poetico ed estetico non condiziona il giudizio critico sulle<.singole opere d'arte, che stanno com'è sempre, nel1'arte, ciascuna per se con quella minore o maggiore vitalità e forza di suggestioni, che le vengono dal di dentro, ossia da chi, di volta in volta, in un processo unico e irripetibile., le ha generato, e non dal di fuori, dai temi e dalle tecniche astrattamente considerati.Pittura, in conclusione questa di Vaglica, complessa e ricca di fermenti vita- li, che rivela un talento sicuro e un impegno severo di linguaggio, ma soprattutto dimostra come, anche oggi, in regime d’irregimentazione mercantile e di pressioni accademiche, i giovani possono e. devono operare nel campo dell'arte, in piena indipendenza c libertà, tornando all'oggetto antichissimo e sempre nuovo dell’ispirazione dell'artista, che e 1a realtà delle idee, dei sentimenti e del mondo visibile.Una mostra tutta da vedere, ma anche tutta da pensare, questa di Francesco Vaglica che lo pone al di fuori ed al di sopra di molti altri giovani artisti,
Vincenzo Pelosi 1990