Odysseus Il viaggio - Francesco Vaglica

Cerca
Vai ai contenuti

Menu principale:

Odysseus Il viaggio


Odysseus, il viaggio

Francesco Vaglica e il segno del corpo.


Vi furono tempi, in arte, durante i quali la rappresentazione del corpo umano si fondeva con l'ideale assoluto di perfezione e bellezza; in cui essa diveniva sinonimo di verità e acquisiva valenze apotropaiche; divenne necessaria alla virtù o prerogativa della divinità; coincise con l'incarnazione del peccato e distinzione fra bene e male; fu espressione di una sessualità infranta e tormentata o esaltazione di libertà erotica. In questi termini l'evoluzione stilistica e concettuale dell'arte diviene così storia della percezione che l'uomo possiede della corporeità (Wölfflin).
In Francesco Vaglica il tema del corpo è affrontato da diversi aspetti: esso è mito, è storia è rappresentazione di eterna bellezza; ma esso è anche affermazione del vissuto, dichiarazione di appartenenza al mondo. Attraverso questo leitmotiv dai toni tolemaici l'artista affronta problematiche diversificate, talvolta all'interno della medesima opera: mediante il corpo egli (si) pone dinnanzi a  istanze pittoriche e concettuali eteree e al contempo pragmatiche e attuali.
I corpi di Vaglica sono espressione di un uomo che vive fino in fondo le proprie passioni e i propri sentimenti, sono figure senza luogo e senza tempo perché non sono corpi reali ma emblema di una condizione esistenziale.
L'interpretazione del nudo femminile, in particolare, sembra attingere le sue radici nell'espressionismo storico tedesco,  secondo cui essa è tabù, tormento, sessualità infranta; ovvero nella versione baconiana che coincide con la disgregazione, lo sfaldamento del corpo umano. Vaglica esce però dal patetismo che caratterizzava i due precedenti e conferisce alla donna un'aura di erotismo cosciente e dominato: il tema della bellezza femminile è inevitabilmente molto più complesso rispetto a quello della bellezza maschile, essa include in sé i concetti di femminilità e sessualità, nonché di cambiamento: il corpo della donna muta profondamente nel corso della sua vita, i seni aumentano, le curve si modellano, si prepara a farla madre... e accanto a tali modificazioni si accostano meccanismi esistenziali estremamente complessi. Per queste motivazioni la sua rappresentazione rimanda innanzitutto al tema della vita.
Se in altri casi il corpo assume valenze più eroiche, ciò che è certo è che l'artista parla attraverso le sue figure, non solamente sul piano teorico e concettuale ma anche in senso pittorico: Vaglica si esprime attraverso un gesto deciso e maturo e concepisce tale movimento in termini di ciò che Cézanne chiamava construction:

"Nella sua irradiante carica erotica, nella sua concreta esistenzialità il nudo può imporsi a dispetto delle convenzioni che regolano (o si desidera che regolino) la composizione e spossessare l'artista della sua sovranità; oppure cedere completamente a favore di quella che Cézanne chiama la construction, la costruzione"
(Dantini, 1999).

Concepire la composizione in termini di construction significa innanzitutto affermare una realtà che non è mimesi ma è propria dell'opera, autonoma e vitale: significa generare forme spontanee attraverso il movimento logico del polso. Nelle opere di Vaglica i giochi di linee ampi ed eloquenti, i dispotici contorni e i ritmi costruttivi conducono a percorsi ottici meditati che si contrappongono a una gestualità apparentemente spontanea. Il disegno appare rapido, sebbene in verità ragionato, nonché complesso e violento, in un gioco di opposizioni che si traduce brillantemente in armonici accordi tra furor e grazia: l'unione di due principi genera l'immagine.
Per le sue figure in perenne tensione Vaglica sceglie sempre angolazioni non scontate, anomale, che prospetticamenbte si traducono in deformazioni corporee e che acquisiscono in tal modo maggiore drammaticità e phatos. Questo scorciare le figure e moltiplicare i punti di vista con una visione quasi cubista, questo elidere i contorni e quindi i limiti della figura rispetto al piano, con cui si fonde o da cui emerge, permette alla forma di non interrompersi mai e fondersi con ciò che la circonda.
Da questo punto di vista il colore freddo fa spesso da sfondo a un movimento estremamente drammatico e intenso: il blu allontana, è il colore della solitudine ma l'apparente contrasto genera una nuova armonia.
In alcune sue opere l'artista interrompe poi la gelida monocromia con macchie di colore caldo, che catturano lo sguardo e avvicinano lo spettatore: acqua e fuoco ripropongono cromaticamente il tema dell'opposizione, ricreando un perfetto accordo fra corpi e sfondo, una vigorosa opposizione fra il piano e un manieristico movimento. In tal senso, quindi, l manipolazione della superficie non è casuale bensì funge da occasione per motivare l'intera composizione.
Punto di forza dell'artista è la scelta di non distaccarsi dalla dimensione artigianale al fine di mantenere più che mai vivo il rapporto con l'opera, non solo mentalmente bensì soprattutto fisicamente. Superare l'accademismo non significa infatti distaccarsi dalla cosciente padronanza della tecnica: liberare il gesto non significa dare libero sfogo ai propri irrefrenabili impulsi bensì costruire, concretizzare l'impulso creativo attraverso un gesto ragionato.
In Vaglica l'utilizzo della biacca, pigmento utilizzato sin dai tempi più antichi e legato quindi a una dimensione accademica del fare arte, è una chiara dichiarazione della sua volontà di mantenere i rapporti con la tradizione. Esistono infatti, in arte, i temi, che partono essenzialmente da una volontà artistica e di espressione. Esistono poi i mezzi, attraverso cui queste opere prendono fisicamente forma. I mezzi costituiscono gli strumenti di unione tra l'artista e le sue creazioni.
Non si ha torto, quindi, nel definire il lavoro di questo artista un “atto di riconciliazione nella disputa  fra figurazione e astrazione” (Desserne 2006): egli sembra infatti porre una tregua fra visioni contrapposte dell'arte, quella della tradizione e quella della modernità.
Non è un caso che Francesco Vaglica abbia goduto di un certo successo critico sin dagli inizi della sua carriera. L'artista ricerca il senso del fare arte attraverso il disegno, che secondo i grandi maestri della tradizione romana costituisce il fondamento dell'atto pittorico. In questi termini Vaglica è romano in tutti i sensi: nonostante le radici siciliane, possiede una romanità fortemente radicata.
La sua abilità, nonché forza, consiste esattamente nella grande capacità di confrontarsi con la tradizione riuscendo, tuttavia, a reinventarsi.

Sabrina Poli 2013

 
Torna ai contenuti | Torna al menu